Il Piano Transizione 4.0 stanzia 24 miliardi di euro per la digitalizzazione e l'innovazione delle imprese in ottica industry 4.0
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) prevede lo stanziamento di contributi e finanziamenti per l’ammodernamento del Paese e, nello specifico, per la transizione ecologica e digitale di Pubbliche Amministrazioni e Imprese.
All’interno del Piano, la Missione 1 è dedicata al tema della “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura” e riguarda anche il rilancio e l’innovazione dell’industria includendo una serie di incentivi per l’Industria 4.0 pari a un valore di 18 miliardi di euro.
In questo contesto, il Governo ha proposto il Piano Transizione 4.0 che consistente in un programma di incentivi a favore della trasformazione digitale delle imprese realizzati attraverso specifici Crediti di Imposta.
Le agevolazioni Industria 4.0
Il Piano Transizione 4.0 rivede e aggiorna il precedente Piano Industria 4.0 che aveva lo stesso obiettivo, ovvero favorire la digitalizzazione, l’innovazione e lo sviluppo dell’industria italiana.
Il principale cambiamento introdotto dalla misura del Pnrr riguarda però la sostituzione dell’iperammortamento e del superammortamento che erano riconosciuti per i beni strumentali con un credito di imposta e l’ampliamento del credito rispetto all’orizzonte annuale. Inoltre, il nuovo provvedimento ha aumentato il credito di imposta R&S a nuove categorie di progetti (innovazione tecnologica e design) e ha semplificato l’accesso al credito di imposta per gli interventi rientranti nella voce “Formazione 4.0”.
Cosa prevede il Piano Transizione 4.0
Il Piano Transizione 4.0 riguarda nello specifico tre differenti tipologie di credito d’imposta per:
- beni capitali;
- ricerca, sviluppo e innovazione;
- attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze.
Beni strumentali materiali e immateriali
Come si legge nel portale di riferimento del Mise (Ministero per lo Sviluppo Economico), el caso di beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, per il 2022, il programma Transizione 4.0 prevede i seguenti incentivi:
- Il 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
- Il 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al massimo di 10 milioni di euro.
- Il 10% del costo per la quota di investimenti oltre i 10 milioni di euro fino al limite di 20 milioni di euro.
Dal 2023 al 2025 sono previste agevolazioni pari a:
- Il 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro.
- Il 10% del costo per la quota di investimenti da 2,5 milioni di euro fino a 10 milioni di euro.
- Il 5% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di 20 milioni di euro.
* I beni materiali riguardano macchinari “intelligenti” in grado di connettersi e dialogare con altri oggetti smart alle nuove tecnologie in chiave “industria 4.0” (ad esempio: dispositivi IoT, magazzini automatici, robot collaborativi).
Per i beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati funzionali ai processi di industria 4.0, incluse “le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing”, dal 2021 al 2023 sono previsti contributi per un 20% del costo nel limite massimo dei costi pari a 1 milione di euro. Dal 2024, un 10% e dal 2025 un 5%.
* I beni immateriali sono software, applicazioni e piattaforme funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale.
Ricerca, sviluppo e innovazione
Il credito di imposta viene riconosciuto per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico, con un contributo pari al 20% fino al 31 dicembre 2022, nel limite massimo di 4 milioni di euro l’anno. Dal periodo d’imposta successivo e fino al 31 dicembre 2031, il credito d’imposta riconosciuto è pari al 10%, fino a un massimo di 5 milioni di euro l’anno.
Questo incentivo riguarda ad esempio spese per il personale o per servizi di consulenza, così come per beni materiali mobili e ai software utilizzati nei progetti di ricerca e sviluppo.
Per le attività di innovazione tecnologica volte alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o migliorativi, il credito d’imposta rilasciato è del 10%, fino al 31 dicembre 2023, e del 5% fino al 31 dicembre 2025, per un massimo annuale di 2 milioni di euro. E’ invece del 15% l’agevolazione riconosciuta fino a fine dicembre 2022 per le attività di innovazione tecnologica green e 4.0, per un massimo di 2 milioni di euro l’anno. Il credito d’imposta scende al 10% al 31 dicembre 2023 e al 5% fino al 31 dicembre 2025.
Anche in questo caso, le spese ammissibili possono riguardare il personale così come le spese per materiali, forniture e altri prodotti necessari per svolgere l’attività di innovazione tecnologica.
Infine, un altro incentivo è quello che concerne le attività di design e ideazione estetica tese a innovare i prodotti dell’impresa. In questo caso, il credito d’imposta è del 10% fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023, e del 5% fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025.
Formazione 4.0
Le agevolazioni fiscali del Piano Transizione 4.0 spingono fortemente sulla crescita delle competenze umane e degli skill dei dipendenti. Per questo motivo, una voce consistente del programma si rivolge ad attività di formazione legate al processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese. Il contributo, sempre sottoforma di credito d’imposta, si rivolge sia alle grandi aziende (con il 30% delle spese ammissibili), alle medie imprese (con il 50%) e alle piccole imprese (con il 70%).
Le attività di formazione devono riguardare alcune tematiche chiave dell’industria 4.0, quali ad esempio IoT, big data e analisi dei dati, cybersecurity, intelligenza artificiale, additive manufacturing, robotica collaborativa, realtà virtuale e aumentata, prototipazione rapida.