I KPI produttivi sono indicatori chiave per monitorare l'efficienza della produzione. Ecco come sfruttarli per la crescita aziendale.
Un puntuale monitoraggio della produzione è ciò che permette di individuare eventuali sprechi, migliorare l’efficienza e, di conseguenza, la redditività dell’intero ciclo produttivo di un’impresa.
Per poterlo fare occorre isolare, all’interno della grande mole di dati prodotta, quelli fondamentali per ottenere un quadro generale chiaro ed esaustivo, e definire i criteri attraverso i quali effettuare le dovute valutazioni.
Questi criteri sono i KPI, ovvero i Key Performance Indicator. Vediamo cosa sono, come stabilirli e come sfruttarli per un efficace monitoraggio.
Cosa sono i KPI o Key Performance Indicator
I KPI sono, letteralmente, gli indicatori chiave di prestazione, ovvero dei valori che permettono di controllare l’efficacia di un ciclo produttivo o di una singola fase di esso, individuando in modo rapido e preciso eventuali miglioramenti o peggioramenti.
Ogni realtà produttiva avrà dunque valori specifici da controllare, in parte legati al proprio mercato e settore di riferimento, in parte alle dinamiche dei singoli processi produttivi.
Criteri per scegliere i KPI produttivi più adatti alla tua azienda
Il primo criterio fondamentale per un corretto uso dei KPI è che devono essere in linea con gli obiettivi aziendali e la loro rilevanza deve essere conosciuta da tutte le persone coinvolte nel monitoraggio: solo in questo modo è possibile interpretare i dati in modo consapevole e individuare le azioni che possono ottimizzare la produzione.
Per una corretta gestione, occorre stabilire KPI che rispondano a determinati criteri. Si parla di “Smart KPI”, dove “Smart” è un acronimo per:
- specific (specifico)
misura una prestazione specifica, non è generico - measurable (misurabile)
è possibile attribuirgli un valore numerico - attainable (fruibile)
è un dato facilmente a disposizione di chi deve prendere decisioni - relevant (rilevante)
riporta un dato significativo rispetto agli obiettivi strategici - time-based (basato sul tempo)
è restituito tempestivamente e si riferisce a un determinato periodo di tempo.
I KPI devono inoltre essere controllabili, conoscendo le variabili che li influenzano, e confrontabili, in modo tale da comprendere se eventuali azioni migliorative intraprese si traducono in un effettivo miglioramento delle performance.

I KPI di produzione più importanti
A questo punto è evidente che la quantità di informazioni che è possibile ottenere è enorme: diventa fondamentale dunque selezionare i principali indicatori di performance rispondenti a precisi obiettivi, in linea con la strategia dell’azienda.
Quanti e quali KPI individuare e monitorare dipenderà, dunque, da molti fattori, in parte legati all’impresa stessa, in parte legati al settore nel quale l’azienda opera.
Nell’ambito del manufacturing, ad esempio, possiamo individuare 4 categorie principali di KPI:
- indicatori di quantità
- indicatori di costo
- indicatori di qualità
- indicatori di tempo.
I dati raccolti possono essere relativi sia all’azienda nel suo complesso, sia a singole fasi della produzione, e possono essere di due tipi: consuntivi, ovvero basato su informazioni relative al passato, oppure predittivi, per fare analisi sulla base di variabili future (ad es aumenti dei costi).
Alcuni dei KPI più importanti nel manufacturing sono:
- l’OEE, o Overall Equipment Effectiveness, che misura l’efficienza di un impianto produttivo nella sua globalità
- la quantità di scarto produttivo, per ottimizzare la produzione riducendo sprechi di materie prime e semilavorati
- l’efficienza produttiva, ovvero la relazione tra numero di pezzi attesi e numero di pezzi effettivamente prodotti
- la qualità, ovvero il rapporto tra pezzi realizzati e pezzi effettivamente conformi
- il tempo di set up, ovvero il tempo necessario per preparare una macchina o una linea prima di iniziare un ciclo produttivo.
Per quanto riguarda la produzione, nello specifico, spesso si sceglie di misurare anche:
- Numero di pezzi lavorati per turno
- Numero di rilavorazioni al giorno
- Tempo tra il rilascio dell’ordine e l’emissione della merce
- Scostamento tra tempi pianificati ed effettivi
- Numero totale di allarmi per centro di lavoro.
Altri KPI possono essere invece associati ai processi di manutenzione, soprattutto all’interno di un TPM, o Total Productive Maintenance, un approccio focalizzato sulla riduzione dei problemi legati alla diminuzione del rendimento di macchine e impianti.

Come si rilevano e monitorano i KPI di produzione
Affinché il monitoraggio dei KPI di produzione risulti efficace, è necessario che la raccolta dati sia rapida e la loro restituzione sia semplice da analizzare.
Solitamente, per ottenere questi risultati, all’interno dell’azienda si implementa un software MES, Manufactoring Execution System che, grazie al cloud, consente di accedere alle dashboard informative da qualsiasi dispositivo, anche a distanza dalla sede di produzione.
Il software MES si integra con qualsiasi ERP o gestionale aziendale, permettendo di ottimizzare la produttività: in questo modo, infatti, è possibile effettuare nuovi ordini di materiali o prodotti prima che le scorte si esauriscano, avendo le disponibilità sempre sott’occhio.
La raccolta dati avviene invece tramite l’uso di strumenti IoT connessi ai macchinari, che consentono di automatizzare questo processo.
Nell’implementazione di un sistema di monitoraggio di produzione, probabilmente la definizione dei KPI risulterà quindi uno degli sforzi principali di compiere. Ma, una volta effettuata nel modo corretto, l’analisi dei dati così ottenuti si tradurrà in un importante veicolo di crescita aziendale.