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Il MiSE ha stanziato investimenti sostenibili 4.0 per favorire la transizione ecologia delle imprese, che è una priorità del Pnrr.


Sostenibilità e investimenti sostenibili al centro. La green transition occupa i primi posti degli obiettivi del Pnrr e delle strategie europee di ripresa e rilancio delle imprese. Una transizione ecologica che coinvolge tutti e che intende spingere anche le Pmi in un percorso di decarbonizzazione, efficienza energetica, eco-design attraverso l’uso delle nuove tecnologie e con il supporto di agevolazioni e incentivi dedicati.

Investimenti sostenibili 4.0

Si chiamano così gli incentivi che il MISE ha messo a disposizione delle piccole e medie imprese italiane e sono specificatamente rivolti agli investimenti sostenibili legati alle tecnologie 4.0. A partire dal 18 maggio 2022, le imprese hanno potuto richiedere delle agevolazioni per iniziative e progetti in ambito di efficienza energetica, economia circolare e sostenibilità ambientale.

Gli investimenti sostenibili 4.0 sono un regime di aiuto volto al sostegno di investimenti imprenditoriali innovativi e sostenibili. Come si legge nel portale del Ministero per lo Sviluppo Economico, “l’obiettivo è quello di favorire la trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa, al fine di superare la contrazione indotta dall’emergenza Covid e di orientare la ripresa degli investimenti verso ambiti strategici per la competitività e la crescita sostenibile del sistema economico”.

La misura prevede la concessione e l’erogazione di incentivi in favore di programmi di investimento coerenti con il Piano Transizione 4.0, con priorità per quelli in grado di offrire un contributo agli obiettivi di sostenibilità definiti dall’Unione europea con il Green Deal e in particolare sui temi della economia circolare e della sostenibilità energetica dell’impresa.

I riferimenti normativi del sostegno sono principalmente due: il decreto ministeriale 10 febbraio 2022 e il Decreto Direttoriale del 12 aprile 2022.

Risorse e modalità di accesso

La dotazione finanziaria complessiva della misura dedicata agli investimenti sostenibili 4.0 è pari a euro 677.875.519,57, di cui:
– 250.207.123,57 euro per le Regioni del Centro-Nord a valere sulle risorse dell’iniziativa “REACT – EU” destinate all’Asse prioritario VI del Programma Operativo Nazionale (PON) “Imprese e competitività” 2014-2020.
– 427.668.396,00 euro per le Regioni del Mezzogiorno.

Il contributo, che va dal 25 al 60% delle spese effettuate, viene concesso in funzione della tipologia di azienda e della sua collocazione geografica.
Una quota pari al 25% della dotazione complessiva è poi destinata alle micro e piccole imprese.

Cosa finanzia

I programmi di investimento sostenibile devono prevedere l’uso delle tecnologie abilitanti legate al Piano Transizione 4.0. Stiamo parlando di Internet of Things, intelligenza artificiale, cloud manufacturing, additive manufacturing, realtà aumentata e così via. L’ammontare di tali spese deve risultare preponderante rispetto al totale dei costi ammissibili. Inoltre, gli investimenti devono avere come obiettivo l’ampliamento della capacità o la diversificazione della produzione o devono essere rivolti al cambiamento dei processi produttivi in un’ottima di minore impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita del prodotto.

Gli investimenti sostenibili devono essere realizzati presso un’unità produttiva situata in Italia e rispettare alcune soglie di importo delle spese ammissibili a seconda della Regione italiana di riferimento.

Altre caratteristiche riguardano i tempi. Le operazioni vanno avviate dopo la presentazione della domanda e devono prevedere un termine non superiore a dodici mesi dalla concessione delle agevolazioni.

Quali attività manufatturiere

Sono ammesse agli incentivi per gli investimenti sostenibili 2022, le attività manifatturiere tranne:
– le attività connesse ad alcuni settori caratterizzati da limitazioni derivanti dalle disposizioni europee di riferimento come siderurgia, estrazione del carbone, costruzione navale, fabbricazione delle fibre sintetiche, trasporti e relative infrastrutture, produzione e distribuzione di energia, nonché delle relative infrastrutture;
– le attività connesse a dei programmi di investimento che, arrecando un danno significativo agli obiettivi ambientali definiti a livello europeo, non garantiscono il rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm, “non arrecare un danno significativo”).

Sono inoltre ammesse le attività di servizi alle imprese elencate nell’allegato 4 del decreto 10 febbraio 2022.

Spese ammissibili

Sono ammissibili al finanziamento le spese legate alla realizzazione dei programmi di investimento rispetto all’acquisto di nuovi beni materiali e immateriali come macchinari, impianti e attrezzature, opere murarie, nei limiti del 40% del totale dei costi ammissibili, programmi informatici e licenze correlati all’uso dei beni materiali e acquisizione di certificazioni ambientali.

Per i progetti di investimento legati al miglioramento della sostenibilità energetica dell’impresa, sono ammissibili le spese per servizi di consulenza legati alla definizione della diagnosi energetica, nei limiti del 3% dell’importo complessivo delle spese ammissibili.