In che modo l'industria 5.0 rivoluzionerà il mercato produttivo? Ecco quali principi la guidano e quali sono le tecnologie abilitanti
In molti paragonano i rapidi cambiamenti che stiamo vivendo negli ultimi decenni alla grande ridefinizione dei paradigmi produttivi e sociali della prima rivoluzione industriale.
Su questa scia è nato il concetto di industria 4.0, una quarta rivoluzione industriale, appunto, incentrata sullo sviluppo e sulla diffusione di tecnologie che consentono un altissimo livello di automazione.
Oggi, è il momento di guardare verso un ulteriore paradigma: l’industria 5.0 impone nuovi modelli non solo per lo sviluppo tecnologico, ma anche per quello culturale delle imprese.
Vediamo cos’è e cosa comporta.
Cosa si intende per industria 5.0
Per una visione chiara sul concetto di industria 5.0 è possibile guardare al documento diffuso dalla Commissione Europea lo scorso gennaio, che interpreta la ricerca e l’innovazione come strumenti per guidare la transizione verso un’industria capaci di apportare benefici non solo alle imprese stesse, ma anche ai lavoratori e alla società.
La differenza con l’industria 4.0
La definizione di industria 4.0 è stata coniata in Germania nel 2011, per indicare i processi di digitalizzazione e di avanzamento tecnologico volti ad aumentare l’efficienza e la flessibilità produttiva tramite l’automazione.
L’importanza centrale rivestita dalla tecnologia non viene meno nel concetto di industria 5.0, ma si arricchisce di una visione più ampia: è fondamentale riconoscere tale avanzamento tecnologico come uno strumento per generare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale.
Le caratteristiche dell’industria 5.0

Il documento diffuso dalla Commissione Europea relativo all’industria 5.0 ne indica le caratteristiche principali sin dal titolo: “Towards a Sustainable, Human-Centric and Resilient European Industry”.
Approfondiamo, punto per punto, in che modo sono declinate queste macro categorie di requisiti fondamentali per la nuova industria.
1. Sostenibile
In passato, un aumento della produzione industriale ha sempre comportato anche un aumento dei consumi energetici e un aumento delle emissioni inquinanti. Questo trend non è più sostenibile per le comunità e per il pianeta. L’innovazione tecnologica è fondamentale per invertire la tendenza e rendere la produzione smart ed efficiente.
Oggi, è fondamentale considerare il legame tra i consumi di energia e la crescita economica, in particolare per le imprese energivore: al centro della strategia europea per l’industria 5.0, questo aspetto sarà focus di analisi di settore per individuare strategie mirate ed efficaci.
2. Human-centric
Un secondo punto sul quale il documento dell’Unione Europea pone l’accento è la centralità del ruolo delle persone, che devono beneficiare concretamente dell’avanzamento tecnologico. In particolare, uno dei punti cruciali è quello di accompagnare i lavoratori nel percorso di acquisizione delle nuove competenze digitali necessarie per lavorare nell’industria 5.0.
Due, in particolare, sono le priorità indicate: la costruzione di ecosistemi performanti nella formazione digitale, e favorire l’acquisizione di competenze digitali per la trasformazione in corso.
Il documento dell’Unione Europea sottolinea come questo processo necessiti dei cambiamenti relativi alle politiche del lavoro su più fronti, come il riconoscimento del lavoro nell’economia digitale o la revisione delle ore lavorative standard.
Cambiamenti che dovrebbero essere sostenuti da sostanziali riforme nelle politiche sociali, in termini di welfare e assistenza sanitaria. Potrebbe essere necessario – sottolinea il documento – il ripensamento della relazione tra lavoro retribuito e benefici sociali, così come una revisione del sistema di tassazione.
3. Resiliente
Sul concetto di resilienza si fonda buona parte del messaggio dell’Unione Europea, in linea con le previsioni della comunità scientifica che altre pandemie potranno colpirci a livello globale. La pandemia da Coronavirus ha messo a dura prova la resilienza delle economie e delle imprese, che in futuro dovranno affrontare altre difficili sfide, continuando a garantire la produzione e la possibilità di lavorare. Le industrie sono dunque chiamate a innovarsi per poter continuare a mantenere il proprio ruolo di fonte di prosperità e benessere economico anche in sistemi in rapido cambiamento.
Le nuove tecnologie, in questo senso, sono e saranno sempre più preziose alleate.
Tecnologie coinvolte nell’industria 5.0
Per quanto riguarda le tecnologie abilitanti dell’industria 5.0, è possibile fare riferimento a quelle dell’industria 4.0, alle quali occorre implementare la visione di sviluppo responsabile finora delineata. Uno studio di Boston Consulting definisce 9 tecnologie principali.
1. Advanced Manufacturing Solution
Sono tutte le tecnologie che fanno parte della robotica collaborativa, ovvero che permettono la collaborazione uomo – macchina grazie all’intelligenza artificiale. Si tratta di un insieme di tecnologie che consentono l’automazione dei compiti più semplici e ripetitivi, che sono facili da standardizzare.
2. Additive manufacturing
Nei processi di manifattura tradizionali, si lavora per sottrazione di materiale. Con la manifattura additiva è invece possibile creare prodotti tramite stratificazione di materiali: questo permette di personalizzare maggiormente le merci e di creare strutture più complesse, utilizzando meno materiale e producendo meno sprechi. Ne consegue, inoltre, una riduzione dei tempi medi di prototipazione e una maggiore facilità di produrre varianti.
3. Realtà aumentata
La realtà aumentata consente di integrare l’ambiente fisico con informazioni testuali, grafiche o sonore, riducendo la necessità di documentazione cartacea. Si tratta dell’integrazione di tecnologie che consentono di ridurre i tempi di formazione e di formazione, ad esempio rendendo possibile visionare le operazioni da svolgere in tempo reale, facilitando le fasi di lavoro.
4. Simulazioni
Le tecnologie di simulazione sempre più avanzate permettono di ridurre la possibilità di rischio e la necessità di prototipazione prima della realizzazione fisica dei prodotti. Oltre al risparmio economico, il vantaggio è anche in termini di tempo, rendendo così le aziende che adottano queste tecnologie più competitive sul mercato.
5. Tecnologie interconnesse
L’integrazione orizzontale e verticale consente di ottenere un grande quantitativo di informazioni, Big Data, che consentono di conoscere i processi di produzione al meglio. Di conseguenza è possibile mettere in atto azioni di efficientamento, di risoluzione tempestiva di eventuali criticità o di manutenzione predittiva, o ancora ridurre gli sprechi e ottimizzare le risorse e il tempo investito.
6. Internet of Things
L’uso di macchinari smart, che interagiscono con i macchinari produttivi, li rendono intelligenti e in grado di comunicare dati e informazioni. Ne deriva la possibilità di maggiore flessibilità, di un dialogo più efficace tra cliente, progettazione, fornitori e fase produttiva.
7. Cloud
Tra le tecnologie abilitanti è fondamentale il cloud, una infrastruttura IT in grado di offrire le giuste opportunità di condivisione dati e il massimo della sicurezza. In questo, diventa possibile un livello di collaborazione tra reparti e tra aziende mai visto prima.
8. Cybersecurity
A fronte di un maggior quantitativo di dati e della loro costante messa in rete, la sicurezza digitale diventa un fattore cruciale. La cybersecurity sarà sempre più un tema che interesserà aziende di qualsiasi dimensione, per salvaguardare i propri dati e i propri strumenti da minacce informatiche.
9. Big Data e Analytics
Come visto, i dati sono cruciali e sempre più numerosi: la capacità di sintesi e di analisi diviene, di conseguenza, tanto più complessa quanto più fondamentale. I sistemi di analisi dei dati dovranno sempre più essere modellati sulla base delle esigenze delle singole aziende.
L’impatto dell’industria 5.0 sulle aziende e sulla società

Tra i principali timori legati allo sviluppo di nuove tecnologie, vi è l’impatto sulla società: in primis, il timore più diffuso è che l’aumento dell’automazione in ambito industriale renda superflui molti posti di lavoro legati alla produzione.
Ma la tecnologia deve essere a sostegno delle comunità, non solo del profitto di pochi: questa, quantomeno, è la visione promossa anche dalla Commissione UE all’interno del documento relativo all’Industria 5.0.
Obiettivo del suo sviluppo, dunque, è quello di trasformare le aziende in luoghi più inclusivi e più sicuri, riducendo il rischio di infortuni e migliorando il benessere dei lavoratori. Secondo i più recenti dati Istat, è proprio il settore dell’industria quello nel quale si registra il maggior numero di infortuni, per compiti e mansioni che potrebbero essere automatizzati.
In questi casi, il ruolo del personale non verrebbe meno. Al contrario, l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie aiuterebbero le persone a svolgere ruoli più specializzati, riducendo la necessità di formazione specifica.
I benefici ricadrebbero anche sulla competitività, anche se in questo senso occorre fare un ragionamento strategico a lungo termine: investire sull’industria 5.0, infatti, potrebbe significare dover perdere temporaneamente competitività rispetto alle aziende che non stanno sostenendo questi costi.
Sul lungo termine, però, si tratta dell’unica strategia vincente per poter rimanere competitivi in un futuro nel quale l’automazione e l’avanzamento tecnologico, così come la sostenibilità, non potranno più essere delle scelte, ma saranno delle necessità.